Menzionare Porretta Terme mi evoca confusi ricordi dell'infanzia, mi pare fosse Nonna Angelina, o la Zia Maria ?, ad andarci una settimana all'anno a "fare le cure", e bere l'acqua termale.
Era una localita' destinata ad un turismo termale dai mezzi limitati, ed ero curiosa di vedere i luoghi nella versione 2008, con tanto di rinomato Festival Soul, i cui concerti si tengono in un parco intitolato a Rufus Thomas !
Non e' buffo e bellissimo questo gemellaggio musicale tra l'appennino bolognese ed il Mississippi ?
E' cosi' che, dopo una faticosissima settimana, Fabrizio ed io ci siamo dati appuntamento alle porte di Bologna, e diretti verso il limite tra l'Emilia e la Toscana, guidati dal mio cortese navigatore.
Come una cittadina cosi' piccola e non facilissima da raggiungere riesca ad organizzare un evento simile da oltre vent'anni, e con tanto successo, e' un mistero, e nello stesso tempo un'evidenza sotto il naso di tanti assessorati alla Cultura che dimostra che la passione e la volonta' smuovono le montagne (letteralmente !), e che uscire dalla mediocrita' delle serate "negozi aperti" accompagnate da gruppi "musicali" patetici dall'amplificazione distorta e' possibile.
La radio SNJ filma e ridiffonde sul web parte degli show di Porretta Soul, quello di ieri sera ancora non e' online, ma vale la pena di tornare da loro ed ascoltare qualcosa, quando lo sara'.
Sono stata sorpresa e trascinata senza scampo dal "Rythm 'n' Funk" in salsa francese dei Captain Mercier, assolutamente irresistibili, commoventi nel loro tributo a Nino Ferrer, soprattutto quando hanno suonato "Le Sud", che adoro, ed in conclusione di concerto una fantastica versione francofona di "Try a little tenderness" che avrebbe reso Otis Redding fiero dell'universalita' del linguaggio musicale.
Altro show irresistibile quello di Austin DeLone, con potente e coreografico gruppo di fiati, accompagnato da 3 burrose, sinuose ed aggraziate "Sweet Nectar", che ancheggiavano sul classico Rythm 'n' Blues scandendo quegli "Ah-Uh" che mi stampano un sorriso continuo sulla faccia quando li sento, cosi' ben eseguiti.
La musica era perfetta, il quadro pure, unico neo ... il caos.
Il Rufus Thomas Park e' una piccola arena all'interno di un parco, pochi posti a sedere su di una gradinata che si stringe intorno al palco, ed intorno una collinetta ripida ed erbosa, all'estremita' della quale abbiamo finito per appollaiarci, cercando di ascoltare i concerti e di sfuggire, appunto, al caos umano di contorno. I posti in gradinata erano stati occupati con largo anticipo dai veri aficionados, e noi Lavoratori !! (insert pernacchia here) siamo arrivati al pelo dell'orario di inizio.
Sono una purista che ama ascoltare la musica senza un continuo via vai di gente che discute, beve birra, scende a comprare birra, torna su bevendo birra, chiacchiera, balla, si fa un altro giro di birra, allatta bimbi urlanti, "Chiaraaaaaaaaaaaaa se vai giùùùùùùù aspetta ti do' i soldi per un birra grandeeeee !" ... non e' una discoteca, non e' la sagra della porchetta, e' SOUL, che diamine ! Concentratevi sul suono e sul soul, e lasciatevi galleggiare dimenticando il resto... e' cosi' difficile ?
"Vi e' qualcuno all'interno ?"
Altrimenti ricordatevi che non siete soli nell'universo, intorno c'e' anche gente che vorrebbe non doversi scusare per esistere nella sua diversita' da questa triste cafonaggine dilagante.
Scusate questa nota finale blues ...
E' cosi' che, dopo una faticosissima settimana, Fabrizio ed io ci siamo dati appuntamento alle porte di Bologna, e diretti verso il limite tra l'Emilia e la Toscana, guidati dal mio cortese navigatore.
Come una cittadina cosi' piccola e non facilissima da raggiungere riesca ad organizzare un evento simile da oltre vent'anni, e con tanto successo, e' un mistero, e nello stesso tempo un'evidenza sotto il naso di tanti assessorati alla Cultura che dimostra che la passione e la volonta' smuovono le montagne (letteralmente !), e che uscire dalla mediocrita' delle serate "negozi aperti" accompagnate da gruppi "musicali" patetici dall'amplificazione distorta e' possibile.
La radio SNJ filma e ridiffonde sul web parte degli show di Porretta Soul, quello di ieri sera ancora non e' online, ma vale la pena di tornare da loro ed ascoltare qualcosa, quando lo sara'.
Sono stata sorpresa e trascinata senza scampo dal "Rythm 'n' Funk" in salsa francese dei Captain Mercier, assolutamente irresistibili, commoventi nel loro tributo a Nino Ferrer, soprattutto quando hanno suonato "Le Sud", che adoro, ed in conclusione di concerto una fantastica versione francofona di "Try a little tenderness" che avrebbe reso Otis Redding fiero dell'universalita' del linguaggio musicale.
Altro show irresistibile quello di Austin DeLone, con potente e coreografico gruppo di fiati, accompagnato da 3 burrose, sinuose ed aggraziate "Sweet Nectar", che ancheggiavano sul classico Rythm 'n' Blues scandendo quegli "Ah-Uh" che mi stampano un sorriso continuo sulla faccia quando li sento, cosi' ben eseguiti.
La musica era perfetta, il quadro pure, unico neo ... il caos.
Il Rufus Thomas Park e' una piccola arena all'interno di un parco, pochi posti a sedere su di una gradinata che si stringe intorno al palco, ed intorno una collinetta ripida ed erbosa, all'estremita' della quale abbiamo finito per appollaiarci, cercando di ascoltare i concerti e di sfuggire, appunto, al caos umano di contorno. I posti in gradinata erano stati occupati con largo anticipo dai veri aficionados, e noi Lavoratori !! (insert pernacchia here) siamo arrivati al pelo dell'orario di inizio.
Sono una purista che ama ascoltare la musica senza un continuo via vai di gente che discute, beve birra, scende a comprare birra, torna su bevendo birra, chiacchiera, balla, si fa un altro giro di birra, allatta bimbi urlanti, "Chiaraaaaaaaaaaaaa se vai giùùùùùùù aspetta ti do' i soldi per un birra grandeeeee !" ... non e' una discoteca, non e' la sagra della porchetta, e' SOUL, che diamine ! Concentratevi sul suono e sul soul, e lasciatevi galleggiare dimenticando il resto... e' cosi' difficile ?
"Vi e' qualcuno all'interno ?"
Altrimenti ricordatevi che non siete soli nell'universo, intorno c'e' anche gente che vorrebbe non doversi scusare per esistere nella sua diversita' da questa triste cafonaggine dilagante.
Scusate questa nota finale blues ...
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