Da quando ho letto questa ricetta sul blog francese Alter Gusto, continuano a frullarmi per la testa pericolose varianti dell'uso del marzapane grattugiato.
Mia sorella e la sua passione per i viaggi in Sicilia hanno fatto il resto, ed ho pensato di combinare in un gelato ispirato a lei due delle cose che preferisce, il latte e la pasta di mandorle. Potete vederlo qui sopra, dietro un'evocativo effetto acqua ...
E' davvero una ricetta per pigri, la parte piu' difficile sta nell'aprire i diversi contenitori di ingredienti.
Ho mescolato con la frusta elettrica 4 cucchiaini di crema di mandorle biologica con 200 ml di panna fredda. Ho aggiunto 4 cucchiai di zucchero muscovado, un cucchiaio di sciroppo di glucosio, per impedire successivamente la cristallizzazione del ghiaccio, ed ho frullato fino a montare leggermente. Poi ho aggiunto a filo 300 ml di latte di mandorle (io ho usato quello bio naturale, non dolcificato), continuando a frullare a velocita' ridotta. Infine ho tolto dal frigo un panetto di marzapane pronto, e ne ho grattuggiato nel composto circa 50 grammi. Poi l'ho riposto nel freezer in attesa del gran finale. Ho messo la crema in gelatiera, ed ho lasciato mantecare per circa 25 minuti. Ho fermato la gelatiera lasciandola sul freddo-standby, ed ho tolto coperchio e pale (un po' laborioso, ho dovuto trasferire nel contenitore freddo preparato in precedenza buona parte del gelato). Ho grattugiato altri 100 grammi circa di marzapane, mescolato con la spatola, e rimesso a mantecare altri 10 minuti scarsi.
Poi ho spento tutto, spatolato il gelato in un contenitore precedentemente refrigerato, e lasciato nel freezer un'oretta prima di servire.
Sono abbastanza soddisfatta, ma posso perfezionare l'esperimento. La mia mente e' gia' persa nel seguire il miraggio di una decina di Calissons d'Aix sbriciolati nel gelato, invece del marzapane ... e da qui cambio di scena sul film Il Favoloso Mondo di Amélie, dove Audrey Tautou guida il mendicante cieco in un tour multi-sensoriale attraverso Montmartre, indicando allegramente en passant ''... Ah ! Chez Marion ils font de la glace aux calissons ...". E' una scena che mi commuove sempre, lacrime agli occhi e pelle d'oca, perche' combina la Parigi dei cliché (beh, che c'e', amo i cliché su Parigi !) con la forza che ha un gesto gentile verso un estraneo, qualche parola che dipinge a colori una sequenza di minuti, e li fa appartenere all'improvviso ad una giornata da ricordare. Adoro quella scena.